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Dal Tallone alla Pianta
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zivago
simpep
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Dal Tallone alla Pianta
Ho pensato di aprire questo thread per concentrare le eventuali esperienze relative all'appoggio di meso-piede nella corsa.
Io fino ad un paio di mesi fa non conoscevo neanche il problema.
Poi qualche battuta sul minimalismo delle scarpe da parte di aroldo74 e di qualche altro e così la curiosità mi ha spinto a capirne un po di più.
Così ho trovato un corso dal titolo Pose-Method di un certo Romanov, allenatore americano, che oltre a dimostrare le qualità dell'appoggio di meso-piede, insegna una serie di esercizi per ricondizionare il corpo ad utilizzare posizioni nella corsa coerenti con questo obiettivo.
Io sono alla terza settimana che faccio, quasi a giorni alterni e in alternativa alla mia corsetta canonica, solo o prevalentemente gli esercizi proposti nel corso.
Inoltre ho comprato delle ASICS :GEL-LYTE33 3 LITE-SHOW.
Riporto una opinione di rik espressa su un altro thread:
All'inizio non notavo cambiamenti evidenti e trovavo gli esercizi abbastanza faticosi.
La sollecitazione elastica sulla pianta dei piedi non era una cosa molto gradita dalle mie fasce plantari.
Adesso, dopo tre settimane, quando durante la corsa sono concentrato sul mio assetto, riesco a fare l'appoggio sul meso-piede.
Tuttavia appena tolgo l'attenzione, dopo qualche decina di metri mi ritrovo con l'appoggio sul tallone.
Credo comunque di essere vicino.
Ieri dopo circa un'ora di esercizi ho fatto un po di km con questa situazione di instabilità fra le due posizioni.
Oggi ho ancora un po di fastidio sotto le piante e qualche risentimento ai polpacci, ma in misura lieve.
Sarebbe interessante confrontarsi con altre esperienze.
Con chi ha già fatto il passaggio e con chi ha iniziato da poco o ha intenzione di iniziare.
Io riporterò qui l'evoluzione della mia situazione.
Io fino ad un paio di mesi fa non conoscevo neanche il problema.
Poi qualche battuta sul minimalismo delle scarpe da parte di aroldo74 e di qualche altro e così la curiosità mi ha spinto a capirne un po di più.
Così ho trovato un corso dal titolo Pose-Method di un certo Romanov, allenatore americano, che oltre a dimostrare le qualità dell'appoggio di meso-piede, insegna una serie di esercizi per ricondizionare il corpo ad utilizzare posizioni nella corsa coerenti con questo obiettivo.
Io sono alla terza settimana che faccio, quasi a giorni alterni e in alternativa alla mia corsetta canonica, solo o prevalentemente gli esercizi proposti nel corso.
Inoltre ho comprato delle ASICS :GEL-LYTE33 3 LITE-SHOW.
Riporto una opinione di rik espressa su un altro thread:
rikchecorre ha scritto:Beh... siamo ancora più distanti dal vero "minimalismo" rispetto alle virrata di Paolo... 6mm di drop e ben 23mm di stack sul tallone... poi è ovvio che, se provieni da una A3 strutturata con 32mm di gomma sotto il tallone e drop 10-12mm, ti sembrerà di correre scalzo . . . . . . . . .
All'inizio non notavo cambiamenti evidenti e trovavo gli esercizi abbastanza faticosi.
La sollecitazione elastica sulla pianta dei piedi non era una cosa molto gradita dalle mie fasce plantari.
Adesso, dopo tre settimane, quando durante la corsa sono concentrato sul mio assetto, riesco a fare l'appoggio sul meso-piede.
Tuttavia appena tolgo l'attenzione, dopo qualche decina di metri mi ritrovo con l'appoggio sul tallone.
Credo comunque di essere vicino.
Ieri dopo circa un'ora di esercizi ho fatto un po di km con questa situazione di instabilità fra le due posizioni.
Oggi ho ancora un po di fastidio sotto le piante e qualche risentimento ai polpacci, ma in misura lieve.
Sarebbe interessante confrontarsi con altre esperienze.
Con chi ha già fatto il passaggio e con chi ha iniziato da poco o ha intenzione di iniziare.
Io riporterò qui l'evoluzione della mia situazione.
simpep- Moderatore
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Ciao simpep,
l'anno scorso ci ho provato anch'io con il “natural running”. Ci sono stato sopra per un mesetto poi ho rinunciato.
Riuscivo, come succede a te, a mantenere il controllo della battuta solo per dei tratti; sempre se la corsa era svolta su strada liscia e piana. Appena mi distraevo un po', oppure il fondo stradale cambiava, o se cambiavo ritmo; inevitabilmente e quasi senza accorgermi ritornavo al solito appoggio.
All'inizio dell'esperimento non ho riscontrato dolori o fastidi ma, dopo qualche settimana, anch'io ho avvertito dei dolori sotto i piedi.
Quello che però mi ha più convinto nel lasciar perdere è che stavo perdendo il piacere di correre in libertà. Avevo finito col praticare poco le corse campestri che tanto mi piacciono, correvo sempre teso per la troppa concentrazione sulla postura, facevo pochi e lenti chilometri rientrando a casa sempre insoddisfatto.
Ne avevo parlato anche con alcuni compagni di tapasciate più o meno della nostra età. Mi hanno convinto che lo stile di corsa si acquisisce da giovani e poi lo si mantiene. Chi, come noi inizia a correre in età matura, difficilmente riesce a modificare la postura che gli viene più naturale.
Appunto!! Correre come ci viene naturale non è quindi “natural running”?
Posso dunque dirti, caro simpep, di continuare pure i tuoi tentativi ma senza forzare troppo, senza andare contro il TUO NATURALE MODO DI CORRERE!
l'anno scorso ci ho provato anch'io con il “natural running”. Ci sono stato sopra per un mesetto poi ho rinunciato.
Riuscivo, come succede a te, a mantenere il controllo della battuta solo per dei tratti; sempre se la corsa era svolta su strada liscia e piana. Appena mi distraevo un po', oppure il fondo stradale cambiava, o se cambiavo ritmo; inevitabilmente e quasi senza accorgermi ritornavo al solito appoggio.
All'inizio dell'esperimento non ho riscontrato dolori o fastidi ma, dopo qualche settimana, anch'io ho avvertito dei dolori sotto i piedi.
Quello che però mi ha più convinto nel lasciar perdere è che stavo perdendo il piacere di correre in libertà. Avevo finito col praticare poco le corse campestri che tanto mi piacciono, correvo sempre teso per la troppa concentrazione sulla postura, facevo pochi e lenti chilometri rientrando a casa sempre insoddisfatto.
Ne avevo parlato anche con alcuni compagni di tapasciate più o meno della nostra età. Mi hanno convinto che lo stile di corsa si acquisisce da giovani e poi lo si mantiene. Chi, come noi inizia a correre in età matura, difficilmente riesce a modificare la postura che gli viene più naturale.
Appunto!! Correre come ci viene naturale non è quindi “natural running”?
Posso dunque dirti, caro simpep, di continuare pure i tuoi tentativi ma senza forzare troppo, senza andare contro il TUO NATURALE MODO DI CORRERE!
zivago- Piè Veloce
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Re: Dal Tallone alla Pianta
zivago ha scritto:Ciao simpep,
. . . . . . Chi, come noi inizia a correre in età matura, difficilmente riesce a modificare la postura che gli viene più naturale.
Appunto!! Correre come ci viene naturale non è quindi “natural running”?
Posso dunque dirti, caro simpep, di continuare pure i tuoi tentativi ma senza forzare troppo, senza andare contro il TUO NATURALE MODO DI CORRERE!
Questa analisi mi lascia perplesso.
Quello che tu chiami postura naturale, non è poi così naturale perché si riferisce ad uno stile di corsa acquisito con l'uso delle scarpe. Nel particolare caso del running, con l'uso di scarpe molto ammortizzate sopratutto nell'area del tallone.
In aggiunta anche a un salto di dislivello pianta-tallone di qualche centimetro.
Proprio ieri per curiosità, ma anche un po per verifica, ho provato a fare un po di corsa senza scarpe.
Ti posso assicurare che non mi è stato possibile correre "tallonando" come normalmente faccio in modo automatico e indolore con le scarpe.
Quindi il concetto di "natural running" secondo me va riportato a quella corsa che si farebbe a piedi nudi e non ad un discorso di assetto individuale legato alla morfologia del corpo.
Infatti, se non ho compreso in modo errato, le scarpe minimaliste tendono a creare un minimo di protezione meccanica, ma nello stesso tempo ad avvicinare le condizioni dell'appoggio a quelle che si avrebbero a piedi nudi.
Il vantaggio dell'appoggio con la pianta rispetto al tallone, da un punto di vista dinamico, è evidente.
E' intuitivo il fatto che durante l'appoggio di tallone parte dell'energia cinetica di movimento in avanti venga trasformata in energia (termica) di frenata.
Inoltre il contatto con la pianta produce una forza che viene ammortizzata dal sistema di sospensione dei fasci muscolari del piede, forza che nel tallone invece viene scaricata sulla caviglia, sul ginocchio e infine sull'anca.
Come altrettanto intuitivo è che se durante l'appoggio del piede il centro di gravità cade all'interno della superficie di contatto non si creeranno momenti di spinta laterali sulla struttura scheletrica.
In conclusione, penso che il "modo naturale di correre" sia un concetto corretto solo se riportato all'esperienza di corsa senza l'uso di un mediatore come le scarpe, che con il loro disegno e capacità di ammortizzazione alterano in modo non lineare il sistema originale.
>sim
simpep- Moderatore
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Re: Dal Tallone alla Pianta
A me hanno già detto che dopo l'operazione correro' in maniera diversa perché torno ad usare la spinta che da il pollice ... dito più importante del piede. So di correre malino e mi rendo conto che quando faccio allenamenti impegnativi la mia "postura" cambia rispetto a quando corricchio ...
differentgear- Moderatrice Pink
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Re: Dal Tallone alla Pianta
personalmente non potrei mai correre sull'avampiede, primo perchè i miei polpacci non me lo consentirebbero, secondo perchè la mia corsa NATURALE è rullata tallone/punta, tanto è vero che le volte che ho provato a correre in spiaggia a piedi nudi, ho sempre corso in questo modo
Re: Dal Tallone alla Pianta
Ciao simpep,
teoricamente il tuo ragionamento non fa una grinza. Però...
Da bambini facevamo a gara a chi riusciva a correre di più a piedi scalzi. Era per emulare il maratoneta Abebe Bikila che vinse alle Olimpiadi di Roma nel 1960 correndo a piedi nudi. Solo più tardi scoprii che fu solo una scelta casuale. Aveva un problema di calli, doveva indossare un paio di scarpe fornite dall’Adidas, sponsor tecnico della manifestazione, ma alla partenza quelle che gli diedero gli facevano male; per non ritirarsi decise di tentare a piedi scalzi, e vinse.
Ma, a parte quelle avventurose corse infantili, poi ho sempre camminato, giocato a pallone, corso, calzando scarpe. Fino ai 40anni ho fatto escursionismo alpino portando pesanti scarponi di cuoio con spesse e rigide suole "Vibram". Ora riuscirei a correre senza scarpe solo su un campo da golf.
Le cosiddette scarpe minimaliste non le ho mai provate e non saprei dirti come posso trovarmici; forse un giorno le proverò, magari se mi capiterà di poterle comprare a prezzo d'occasione.
Io comunque non sono per dare troppa importanza alle scarpe e alla postura. Quando dicevo che la corsa naturale è quella che, in definitiva, ci viene più spontanea; intendevo dire che noi podisti amatoriali, ancorché "antaugenari", dovremmo correre come meglio ci viene, senza farci coinvolgere troppo dalle tante teorie (di moda?), metodi, consigli che dicono tutto e il contrario di tutto.
P.S. A proposito di scarpe faccio una domanda ai più esperti.
Ho delle scarpette con le suole ormai "piallate" e con le zone ammortizzanti del tutto schiacciate; potrei usarle passandole per minimaliste?
teoricamente il tuo ragionamento non fa una grinza. Però...
Da bambini facevamo a gara a chi riusciva a correre di più a piedi scalzi. Era per emulare il maratoneta Abebe Bikila che vinse alle Olimpiadi di Roma nel 1960 correndo a piedi nudi. Solo più tardi scoprii che fu solo una scelta casuale. Aveva un problema di calli, doveva indossare un paio di scarpe fornite dall’Adidas, sponsor tecnico della manifestazione, ma alla partenza quelle che gli diedero gli facevano male; per non ritirarsi decise di tentare a piedi scalzi, e vinse.
Ma, a parte quelle avventurose corse infantili, poi ho sempre camminato, giocato a pallone, corso, calzando scarpe. Fino ai 40anni ho fatto escursionismo alpino portando pesanti scarponi di cuoio con spesse e rigide suole "Vibram". Ora riuscirei a correre senza scarpe solo su un campo da golf.
Le cosiddette scarpe minimaliste non le ho mai provate e non saprei dirti come posso trovarmici; forse un giorno le proverò, magari se mi capiterà di poterle comprare a prezzo d'occasione.
Io comunque non sono per dare troppa importanza alle scarpe e alla postura. Quando dicevo che la corsa naturale è quella che, in definitiva, ci viene più spontanea; intendevo dire che noi podisti amatoriali, ancorché "antaugenari", dovremmo correre come meglio ci viene, senza farci coinvolgere troppo dalle tante teorie (di moda?), metodi, consigli che dicono tutto e il contrario di tutto.
P.S. A proposito di scarpe faccio una domanda ai più esperti.
Ho delle scarpette con le suole ormai "piallate" e con le zone ammortizzanti del tutto schiacciate; potrei usarle passandole per minimaliste?
zivago- Piè Veloce
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Località : Brianza
Re: Dal Tallone alla Pianta
Ma nelle corsette che fai usi sempre quelle usi le normali?simpep ha scritto:
Io sono alla terza settimana che faccio, quasi a giorni alterni e in alternativa alla mia corsetta canonica, solo o prevalentemente gli esercizi proposti nel corso.
Adesso, dopo tre settimane, quando durante la corsa sono concentrato sul mio assetto, riesco a fare l'appoggio sul meso-piede.
Tuttavia appena tolgo l'attenzione, dopo qualche decina di metri mi ritrovo con l'appoggio sul tallone.
Credo comunque di essere vicino.
Ieri dopo circa un'ora di esercizi ho fatto un po di km con questa situazione di instabilità fra le due posizioni.
Oggi ho ancora un po di fastidio sotto le piante e qualche risentimento ai polpacci, ma in misura lieve.
Ciao, io dopo aver preso le scarpe la settimana scorsa ho corso solo 2 volte, una volta 2,4km e l'altra 3...
Da bravo autodidatta ho solo guardato dei video sullo stile di corsa ( i vari esercizzi posturali li faccio si e no per 1 minuto poi mi stufo!!).
Nonostante il drop 0, se corro in maniera spensierata mi sembra di "battere" comunque sul tallone, se invece mi concentro sull'avampiede, il movimento si mi viene corretto, forse un pò estremizzato, ma ho come l'impressione di correre in punta di piedi, come se avessi dei tacchi a spillo!!!!!
E in brevissimo tempo i polpacci fanno male!!
La seconda uscita invece già avvertivo meno i muscoli dei polpacci tirare... vedremo!
paoloxyx- Corsa Media
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Purtroppo no, caro zivago... una scarpa "normale", per quanto usurata (suola consumata e intersuola non più ammortizzante) è comunque ancora ben lungi dal possedere le caratteristiche di una minimalista...zivago ha scritto:Ho delle scarpette con le suole ormai "piallate" e con le zone ammortizzanti del tutto schiacciate; potrei usarle passandole per minimaliste?
va bene solo (se esteticamente ancora valida) per belle camminate
Non so cosa intendi per "battere" ma il tallone comunque poggia sul terreno anche colle minimaliste... non lo fa in prima istanza come nella rullata classica ma in un 2° tempo dopo il contatto dell'avampiede...paoloxyx ha scritto:Nonostante il drop 0, se corro in maniera spensierata mi sembra di "battere" comunque sul tallone, se invece mi concentro sull'avampiede, il movimento si mi viene corretto, forse un pò estremizzato, ma ho come l'impressione di correre in punta di piedi, come se avessi dei tacchi a spillo!!!!!
E in brevissimo tempo i polpacci fanno male!!
non dovresti avere l'impressione di correre in punta di piedi ma di poggiare l'intera pianta... forse con le virrata (che come detto hanno cmq "molta" gomma sotto) non è così evidente, ma quando corro io l'impatto della pianta sull'asfalto lo sento e come... chiedilo a castoro quando, per un tratto silenzioso, abbiamo corso insieme in una gara lo scorso marzo... ti assicuro che mi sentivo solo io!!
I polpacci devono farti male... vuol dire che li stai usando
rikchecorre- Forrest Gump
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Aggiornamento:
Oggi, quando ho fatto il giro post esercizi, ho chiesto ad un amico di controllarmi l'appoggio e mi ha detto che non è più il tallone a toccare per primo.
Ogni tanto, comunque, mi accorgo di ritornare spontaneamente all'assetto precedente.
Ma usando le Asics, anche se hanno un certo grado di ammortizzamento, istantaneamente mi rendo conto che sto poggiando il tallone perché trasmettono una bella forza di impatto. Cosa che non era per niente evidente con le Mizuno U5 che stavo usando.
Si, come dice rik, io ho la sensazione di poggiare, più che le punte, il piede di piatto (tallone compreso).
Riepilogando: Sto continuando con gli esercizi.
Ne riesco a fare almeno un'ora e poi un giro di qualche km per verifica.
Se dovessi dire cosa mi sembra che sia cambiato in queste tre settimane di esercizi, direi che la conseguenza più evidente consiste nell'avere un appoggio più elastico durante il contatto con il suolo e qualche dolorino ai polpacci.
D'altronde alcuni degli esercizi presenti nel corso hanno molto in comune con il saltello con la fune.
Quindi contatto con avampiede (un piede alla volta e/o ambedue) e massima velocità di rimbalzo.
Interessante questo filmato di Moses Mosop (Kenya) per l'appoggio.
https://www.youtube.com/watch?v=mTMgIViinuQ
Oggi, quando ho fatto il giro post esercizi, ho chiesto ad un amico di controllarmi l'appoggio e mi ha detto che non è più il tallone a toccare per primo.
Ogni tanto, comunque, mi accorgo di ritornare spontaneamente all'assetto precedente.
Ma usando le Asics, anche se hanno un certo grado di ammortizzamento, istantaneamente mi rendo conto che sto poggiando il tallone perché trasmettono una bella forza di impatto. Cosa che non era per niente evidente con le Mizuno U5 che stavo usando.
Si, come dice rik, io ho la sensazione di poggiare, più che le punte, il piede di piatto (tallone compreso).
Riepilogando: Sto continuando con gli esercizi.
Ne riesco a fare almeno un'ora e poi un giro di qualche km per verifica.
Se dovessi dire cosa mi sembra che sia cambiato in queste tre settimane di esercizi, direi che la conseguenza più evidente consiste nell'avere un appoggio più elastico durante il contatto con il suolo e qualche dolorino ai polpacci.
D'altronde alcuni degli esercizi presenti nel corso hanno molto in comune con il saltello con la fune.
Quindi contatto con avampiede (un piede alla volta e/o ambedue) e massima velocità di rimbalzo.
Interessante questo filmato di Moses Mosop (Kenya) per l'appoggio.
https://www.youtube.com/watch?v=mTMgIViinuQ
simpep- Moderatore
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Ora però ho un dubbio, se volessi fare una gara di 10 km o un lungo, rinuncio, o uso le mie scarpe normali A3???
paoloxyx- Corsa Media
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Dipende quando ce l'hai... per passare da 3 a 10km ti devi prendere il giusto tempo se no ti fai male
rikchecorre- Forrest Gump
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Stamattina con le Asics : 1/2 ora di esercizi.
Poi sono riuscito a fare 5 km, senza indolenzimenti ai polpacci e ai talloni.
Poi sono riuscito a fare 5 km, senza indolenzimenti ai polpacci e ai talloni.
simpep- Moderatore
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Re: Dal Tallone alla Pianta
rikchecorre ha scritto:Dipende quando ce l'hai... per passare da 3 a 10km ti devi prendere il giusto tempo se no ti fai male
la gara sarebbe il 16 ottobre.... una 12km collinare... impensabile per allora farla con le virrata!!!!! ma in generale ci sono altre gare tra fine ottobre e novembre , o più semplicemente anche uscite con gli amici, che mi piacerebbe fare!
visto che dovrei anche cambiare scarpe stradali "normali" se mi oriento su delle A2 o pureflow? oppure uso le xodus da trail...
paoloxyx- Corsa Media
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Beh.. in effetti mi sembra un po' troppo vicina come data... per novembre già si ragiona
Le pureflow non te le consiglio... sarebbero quasi un doppione delle virrata (qualche mm di drop e stack in più)...
Delle A3 leggere (tipo saucony jazz) o A2 strutturate (tipo saucony mirage o brooks launch) potrebbero andare...
considera una cosa però in ottica acquisto nuova scarpa... se ci "prendi gusto" con le minimaliste, superata la fase di transizione, rischi (per non mischiare troppo le cose) di non portare a fine vita il nuovo acquisto
Le pureflow non te le consiglio... sarebbero quasi un doppione delle virrata (qualche mm di drop e stack in più)...
Delle A3 leggere (tipo saucony jazz) o A2 strutturate (tipo saucony mirage o brooks launch) potrebbero andare...
considera una cosa però in ottica acquisto nuova scarpa... se ci "prendi gusto" con le minimaliste, superata la fase di transizione, rischi (per non mischiare troppo le cose) di non portare a fine vita il nuovo acquisto
rikchecorre- Forrest Gump
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Re: Dal Tallone alla Pianta
provato stamattina le jazz, belle ma non mi trovo tantissimo, le launch ma avevano solo mezzo num di quello che porto io ( toccavo in punta ), ho provato ancora le ravenna5 e le ghost 6 che mi sarebbero andate bene... Alla fine di queste guardo su internet se le trovo a un prezzo veramente buono, altrimenti userò le xodus che già ho e con cui non mi trovo così male anche su asfalto!!
paoloxyx- Corsa Media
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Accidenti!!
Il buon simpep, coi suoi discorsi sul cambio dell'appoggio, mi ha messo nella testa un tarlo che continua a rodermi.
Al contrario di quello che fa lui, io ora devo sforzarmi di continuare a correre a modo mio.
Da che si parla di "pose-method", “natural running”, “minimal running”; mi succede infatti che, mentre corro, penso sempre a come sto battendo i piedi.
Anche questa mattina ho corso con il continuo assillo di dover appoggiare i piedi senza “tallonare”.
Così quella che doveva essere la mia tonificante corsetta per farmi iniziare bene la giornata, è diventata una prova faticosa e stressante.
Riuscirò mai a liberarmi da questa ossessione senza dover ricorrere alla psicoterapia, alla meditazione yoga, alla magia nera, al voodoo, alle droghe ????
P.S. Ritornando a parlare seriamente: voi non notate che l'appoggio del piede varia molto in funzione della velocità? Durante il lento jogging di riscaldamento io appoggio molto sul tallone, quasi come nella camminata; quando invece corro veloce mi viene naturale appoggiarmi di più sull'avanpiede.
Il buon simpep, coi suoi discorsi sul cambio dell'appoggio, mi ha messo nella testa un tarlo che continua a rodermi.
Al contrario di quello che fa lui, io ora devo sforzarmi di continuare a correre a modo mio.
Da che si parla di "pose-method", “natural running”, “minimal running”; mi succede infatti che, mentre corro, penso sempre a come sto battendo i piedi.
Anche questa mattina ho corso con il continuo assillo di dover appoggiare i piedi senza “tallonare”.
Così quella che doveva essere la mia tonificante corsetta per farmi iniziare bene la giornata, è diventata una prova faticosa e stressante.
Riuscirò mai a liberarmi da questa ossessione senza dover ricorrere alla psicoterapia, alla meditazione yoga, alla magia nera, al voodoo, alle droghe ????
P.S. Ritornando a parlare seriamente: voi non notate che l'appoggio del piede varia molto in funzione della velocità? Durante il lento jogging di riscaldamento io appoggio molto sul tallone, quasi come nella camminata; quando invece corro veloce mi viene naturale appoggiarmi di più sull'avanpiede.
zivago- Piè Veloce
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Re: Dal Tallone alla Pianta
@zivago
Con la santabarbara intellettuale che ti ritrovi, penso che quattro chiacchiere intorno all'appoggio siano insufficienti per condizionarti.
Ma, come dici tu, ritornando a parlare seriamente:
Per quanto mi riguarda ho una situazione opposta alla tua.
In pratica a partire da fermo e fino alla velocità di riscaldamento (intorno ai 7'/km), l'appoggio ormai è nettamente di avampiede.
E più è bassa la velocità, più l'appoggio è certo e stabile.
Per effettuare la transizione spontanea dal tallonamento sono state sufficienti solo un paio delle prime ore di esercizi.
Tuttavia, appena supero questa soglia di velocità, se tolgo l'attenzione all'appoggio, il punto di contatto si sposta automaticamente verso il tallone.
Ovviamente con le Asics mi accorgo istantaneamente del cambiamento perché queste scarpe non riescono a smorzare l'impatto come le A3.
Per cui la corsa che in questo periodo riesco a fare è un continuo oscillare fra i 7 e i 6 minuti a km.
Riesco ad andare più veloce, con l'appoggio corretto, ma per brevi tratti di non più di 50 metri.
Quindi in questo periodo faccio più esercizi che corsa.
Credo che il risultato sia a portata di mano.
Ne sono convinto perché, a differenza di altri obiettivi, il problema non è dipendente dalla prestazione fisica assoluta, ma dall'acquisizione di coordinazione muscolare.
Con la santabarbara intellettuale che ti ritrovi, penso che quattro chiacchiere intorno all'appoggio siano insufficienti per condizionarti.
Ma, come dici tu, ritornando a parlare seriamente:
Per quanto mi riguarda ho una situazione opposta alla tua.
In pratica a partire da fermo e fino alla velocità di riscaldamento (intorno ai 7'/km), l'appoggio ormai è nettamente di avampiede.
E più è bassa la velocità, più l'appoggio è certo e stabile.
Per effettuare la transizione spontanea dal tallonamento sono state sufficienti solo un paio delle prime ore di esercizi.
Tuttavia, appena supero questa soglia di velocità, se tolgo l'attenzione all'appoggio, il punto di contatto si sposta automaticamente verso il tallone.
Ovviamente con le Asics mi accorgo istantaneamente del cambiamento perché queste scarpe non riescono a smorzare l'impatto come le A3.
Per cui la corsa che in questo periodo riesco a fare è un continuo oscillare fra i 7 e i 6 minuti a km.
Riesco ad andare più veloce, con l'appoggio corretto, ma per brevi tratti di non più di 50 metri.
Quindi in questo periodo faccio più esercizi che corsa.
Credo che il risultato sia a portata di mano.
Ne sono convinto perché, a differenza di altri obiettivi, il problema non è dipendente dalla prestazione fisica assoluta, ma dall'acquisizione di coordinazione muscolare.
simpep- Moderatore
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Questo succede quando si tenta la corsa minimalista con scarpe che non lo sono... le A3, con il loro stack/drop rendono molto difficile l'appoggio minimalista che invece diventa molto spontaneo con scarpe idonee...zivago ha scritto:Anche questa mattina ho corso con il continuo assillo di dover appoggiare i piedi senza “tallonare”...
Se vuoi provare il minimalismo a costo zero ti suggerisco il metodo zelig... fatti qualche centinaio di metri solo coi calzini (meglio su terreno duro) e vedi come va...
E' assolutamente normale con le A3... il baricentro del corpo si sposta in avanti all'aumentare del ritmo... non succede con le minimaliste in quanto il baricentro è (o dovrebbe essere) in avanti sempre...zivago ha scritto:Durante il lento jogging di riscaldamento io appoggio molto sul tallone, quasi come nella camminata; quando invece corro veloce mi viene naturale appoggiarmi di più sull'avanpiede.
Alla luce di ciò, non riesco a spiegarmi questo
E' molto strano... probabilmente invece di buttarti ancora più avanti aumentando leggermente la frequenza di passo, allunghi la falcata...simpep ha scritto:Tuttavia, appena supero questa soglia di velocità, se tolgo l'attenzione all'appoggio, il punto di contatto si sposta automaticamente verso il tallone...
rikchecorre- Forrest Gump
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Rik, penso tu abbia proprio ragione.
Ho anche io l'impressione che la regolazione dell'andatura l'abbia da sempre fatta con la regolazione della lunghezza della falcata.
Con un suo ultimo incremento ottenuto proprio nell'avanzamento del piede anteriore.
Condizione questa che porta alla massima estensione della gamba e al conseguente appoggio con il tallone.
Ritornando alla posizione tipica di "come non si dovrebbe fare".
Solo facendo queste valutazioni a posteriori ho preso coscienza che l'aumento della velocità si dovrebbe ottenere aumentando il ritmo.
Inoltre non avevo mai acquisito la consapevolezza che deve anche aumentare la spinta di propulsione del piede posteriore.
Comunque, queste considerazioni giuste o meno che siano erano del tutto estranee alle mie, seppur piacevoli, uscite in stile libero.
A me non distraggono. Anzi, per la mia testa sono utili per motivare una continuità di questa esperienza.
Nella prossima uscita cercherò di applicare le due regolazioni, ritmo e spinta posteriore, separatamente per capire come e quanto incidono.
Poi vedrò successivamente se riesco ad esercitarle in contemporanea.
Aggiornerò sulle prossime puntate.
Ho anche io l'impressione che la regolazione dell'andatura l'abbia da sempre fatta con la regolazione della lunghezza della falcata.
Con un suo ultimo incremento ottenuto proprio nell'avanzamento del piede anteriore.
Condizione questa che porta alla massima estensione della gamba e al conseguente appoggio con il tallone.
Ritornando alla posizione tipica di "come non si dovrebbe fare".
Solo facendo queste valutazioni a posteriori ho preso coscienza che l'aumento della velocità si dovrebbe ottenere aumentando il ritmo.
Inoltre non avevo mai acquisito la consapevolezza che deve anche aumentare la spinta di propulsione del piede posteriore.
Comunque, queste considerazioni giuste o meno che siano erano del tutto estranee alle mie, seppur piacevoli, uscite in stile libero.
A me non distraggono. Anzi, per la mia testa sono utili per motivare una continuità di questa esperienza.
Nella prossima uscita cercherò di applicare le due regolazioni, ritmo e spinta posteriore, separatamente per capire come e quanto incidono.
Poi vedrò successivamente se riesco ad esercitarle in contemporanea.
Aggiornerò sulle prossime puntate.
simpep- Moderatore
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Non mi sembra vero !
Stamattina con le ASICS ho fatto 8,1 km con passo medio a 5'45 min/km
Le ore di esercizi per l'appoggio stanno ripagando.
Stamattina con le ASICS ho fatto 8,1 km con passo medio a 5'45 min/km
Le ore di esercizi per l'appoggio stanno ripagando.
simpep- Moderatore
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Ottimo!
rikchecorre- Forrest Gump
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Sempre con le Asics minimaliste, ieri sera ho fatto un po più di 8 km.
Ho provato da subito a fare un ritmo sostenuto (per me ) ma sono venuti fuori spezzoni di 400-500 metri che dovevo interrompere con un centinaio di metri al passo, per la sensazione di mancanza di fiato.
Contrariamente alla teoria, sembra come se questo nuovo assetto avesse un costo energetico più alto.
Sicuramente sarà dovuto ad un uso diverso della muscolatura delle gambe.
Ma forse dipende anche dalla mia schiappezitudine.
Ho provato da subito a fare un ritmo sostenuto (per me ) ma sono venuti fuori spezzoni di 400-500 metri che dovevo interrompere con un centinaio di metri al passo, per la sensazione di mancanza di fiato.
Contrariamente alla teoria, sembra come se questo nuovo assetto avesse un costo energetico più alto.
Sicuramente sarà dovuto ad un uso diverso della muscolatura delle gambe.
Ma forse dipende anche dalla mia schiappezitudine.
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Stamattina sempre con le Asics Gel-Lyte33, dopo circa un mese da quando ho iniziato a fare esercizi per spostare l'appoggio verso l'avampiede, sono riuscito a fare 10 km.
I primi 8,5 km fra 6 e 6:30 e poi ho chiuso con 1,5 km fra 5:30 e 6:00.
Adesso . . . qualche dolorino, ma niente di importante.
Chissà che oltre ad avere un appoggio più protettivo non riesca anche a migliorare i miei tempi da . . . lumaca.
Per adesso sono soddisfatto, quindi le mie Mizuno U5 rimangono inattive e . . . . continuo con queste scarpe.
I primi 8,5 km fra 6 e 6:30 e poi ho chiuso con 1,5 km fra 5:30 e 6:00.
Adesso . . . qualche dolorino, ma niente di importante.
Chissà che oltre ad avere un appoggio più protettivo non riesca anche a migliorare i miei tempi da . . . lumaca.
Per adesso sono soddisfatto, quindi le mie Mizuno U5 rimangono inattive e . . . . continuo con queste scarpe.
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Ciao amici !
Stamattina, con Romanov sempre nei miei pensieri, ho voluto strafare un po.
Ho fatto 5 km di camminata preparatoria per sentire la risposta dei piedi e poi 5 km di corsa fra 5:30 e 6:00.
L'appoggio mi è sembrato stabile, con la pianta del piede.
Ma la variante è stata che alle Asics avevo tolto la suoletta interna per renderle ancora più minimaliste.
Cavolo, non sembra, ma ho le gambe ancora indolenzite e mi fanno malino le piante.
La prossima volta rimetterò le suolette.
Forse è meglio non esagerare.
To be continued !
Stamattina, con Romanov sempre nei miei pensieri, ho voluto strafare un po.
Ho fatto 5 km di camminata preparatoria per sentire la risposta dei piedi e poi 5 km di corsa fra 5:30 e 6:00.
L'appoggio mi è sembrato stabile, con la pianta del piede.
Ma la variante è stata che alle Asics avevo tolto la suoletta interna per renderle ancora più minimaliste.
Cavolo, non sembra, ma ho le gambe ancora indolenzite e mi fanno malino le piante.
La prossima volta rimetterò le suolette.
Forse è meglio non esagerare.
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Occhio caro Simone che togliere la soletta interna può costituire un cambiamento di meccanica di corsa non trascurabile...simpep ha scritto:Ma la variante è stata che alle Asics avevo tolto la suoletta interna per renderle ancora più minimaliste..
probabilmente hai esagerato nella percorrenza.. sarebbe stato meglio fare al massimo solo gli ultimi 1-2km senza soletta (anche per sentire "al volo" eventuali differenze)...
rikchecorre- Forrest Gump
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Re: Dal Tallone alla Pianta
anche io una volta ho fatto la caXXata di togliere le solette alle mie scarpe perchè le trovavo troppo strette, il risultato è stato un infortunio ...
Re: Dal Tallone alla Pianta
Ho la netta sensazione che la mia lentezza mi abbia . . . . protetto !
simpep- Moderatore
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Re: Dal Tallone alla Pianta
In sintesi :
Ieri sera 8,05 km, con appoggio a corrente alternata e più fatica del solito.
Ieri sera 8,05 km, con appoggio a corrente alternata e più fatica del solito.
simpep- Moderatore
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Re: Dal Tallone alla Pianta
Ho provato a fare l'appoggio in avanti usando le A3.
Stamattina ho fatto 10 km in 61 minuti.
Sembra che funzioni ma ho la sensazione di fare più fatica.
La velocità durante la corsa cambia continuamente come a rispecchiare un rispettivo cambio di assetto.
Però rispetto all'inizio, i minuti di esercizio di salto con sospensione sulla parte anteriore dei piedi non sono più così stressanti.
Si . . . prosegue.
Stamattina ho fatto 10 km in 61 minuti.
Sembra che funzioni ma ho la sensazione di fare più fatica.
La velocità durante la corsa cambia continuamente come a rispecchiare un rispettivo cambio di assetto.
Però rispetto all'inizio, i minuti di esercizio di salto con sospensione sulla parte anteriore dei piedi non sono più così stressanti.
Si . . . prosegue.
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