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“FATTORE DI TESTA”: limitazione o stimolo?

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Messaggio Da zivago Mer 05 Ott 2016, 12:49

“FATTORE DI TESTA”: limitazione o stimolo?

Leggo spesso affermazioni del tipo: «gara di testa», «ho tenuto con la testa», «mi è ceduta la testa», «esserci con la testa», «trovare la testa» ...

Nel mio caso, cioè sulla mia (quasi) definitiva rinuncia al correre una maratona degna di questo nome (può chiamarsi tale se fatta in più di 4 ore?), prendo spunto da una risposta datami dal còcce in altra discussione.
castoro ha scritto:Per quanto riguarda il tuo obiettivo di correre una maratona, se non riesci ad andare oltre ai 35km è solo un fattore di testa (fondamentale per correre tale distanza, infatti la maggior parte dei maratoneti trovano il cosiddetto "muro" proprio tra i 30 e i 35km), credo che la cosa migliore sia provare in gara perchè in allenamento essendo soli diventa molto più difficile.
È appunto quel che mi riguarda. Ma, oltre al “fattore di testa”, c'è dell'altro che limita il mio correre.

Più di tutto pesa l'età.
Se non consideriamo le eccezionalità (che confermano la regola), con l'invecchiamento difficilmente migliora la prestazione fisica. Capita, è vero, che si possano far cose mai fatte prima: succede soprattutto in ambito amatoriale; a quelli che in gioventù non hanno mai fatto sport; a quelli che lo hanno praticato ma poco e male; a chi cerca di dimostrare a sé e agli altri di “sentirsi giovane”.
Partendo da un basso livello anche chi non è più in tenera età può sicuramente migliorare. Con giusti metodi e tanta determinazione si possono conseguire buoni risultati, a volte anche sorprendenti. Tuttavia sono progressi relativi, temporanei e non lineari. Dopo i trent'anni la curva a parabola della nostra vita è comunque discendente; lo sport, se fatto bene, può solo renderla meno ripida e rapida, ma essa tenderà sempre verso il basso.
A tal proposito, in occasione delle Olimpiadi di Rio, i commentatori sportivi, parimenti alle lodi fatte a Usain Bolt per i suoi 9 ori in tre olimpiadi, non hanno trascurato di sottolineare come anche per lui il tempo dei record mondiali è finito. Ormai, a 30 anni, è da considerarsi vecchio. Lui stesso lo ha affermato: «Sono vecchio. Sì, posso dire che questa è la mia ultima Olimpiade».
Be'! Figuratevi quanto giovane e sportivamente migliorabile possa essere io a 61 anni!

Poi c'è l'indisciplina.
Altro fattore che mi preclude la maratona è l'indisciplina. Il mio modo di correre è troppo naïf : è improvvisato, senza metodo e misura. Rifiuto l'uso del GPS per impostare ritmi e seguire tabelle d'allenamento; cambio sempre percorsi e terreni; ormai non misuro più nemmeno le distanze e mi limito, con approssimazione, ad annotare per quanto tempo corro.
Non mi alimento adeguatamente; non faccio uso di integratori; anche nelle lunghe corse non porto mai acqua.
C'è poi che, per un'insana fobia (iatrofobia), non mi sono mai sottoposto (tranne in età scolare e per il servizio militare) ad alcuna visita medica, controlli, analisi, ospedali e quant'altro; quindi potrebbe anche essere che sia fisicamente inadatto a correre la maratona.
Gli amici vorrebbero che mi iscrivessi alla locale società podistica e partecipassi ad allenamenti di gruppo e gare societarie. Ma io sono un cane sciolto, sono insofferente alle regole, agli appuntamenti, agli orari e, nei contesti irregimentati, sono un rompiballe.
Per ora prometto a tutti, famiglia, parenti, amici e anche me stesso, di mettermi in regola quando arriverò alla pensione.

Ma è la testa che muove le gambe?
Infine (e vengo all'argomento in questione) ad impedirmi di correre come si dovrebbe c'è, non ultimo, il cosiddetto “fattore di testa”.
Di questa limitazione o stimolo si parla molto nei forum podistici.
Si dice che per perseguire e possibilmente raggiungere un obiettivo, prima di tutto bisogna “esserci con la testa”. Tutte le prove difficili necessitano di convinzione, ostinazione, voglia di vincere, sopportazione del dolore e della fatica: vale per lo sport come per le ogni altra attività umana.
Certo per fare del buon running occorre un'adeguata dote fisica; ma quel che ci ha concesso “madre natura” non basta. Di nostro dobbiamo metterci tanta forza di volontà e, soprattutto, costanza. Insomma “ci vuole la testa”; cioè quella determinazione che faceva dire al poeta: « Vòlli, e vòlli sèmpre, e fortissimaménte vòlli. » .

Proprio qui che sta il busillis!
È la testa che domina il corpo; oppure è il corpo che condiziona la testa?
A questo punto la discussione con voi, amici del forum, potrebbe diventare interessante.
Dalla testa, è accertato, vengono gli impulsi al nostro agire. Così è anche per la motricità volontaria del gesto sportivo: dal cervello vengono i segnali bioelettrici che fanno muovere i nostri muscoli e con il cervello dosiamo lo sforzo per correre più o meno veloci e a lungo.
Eppure la testa non fa sempre quello che desideriamo. Perché? Come mai ci capita di mancare obiettivi previsti e del tutto raggiungibili? Cosa, dopo un fallimento, ci fa dire sconsolati: «Ho ceduto con la testa.»?

Eh già! La testa. Cosa scatta in questa scatola cranica, come se ci fosse un interruttore, a impedirci di fare quello che tanto vorremmo? Questo è il punto che vorrei discutere con voi.
Testa e corpo non sono la stessa cosa? Com'è che si influenzano a vicenda? È la testa che vieta al corpo di fare quello che non potrebbe; oppure è il corpo che chiama la testa a impedirgli di danneggiarsi? È il corpo pigro che deve essere stimolato dalla testa o, viceversa, il corpo attivo è mortificato da una testa depressa?
Non sorridete: non sono domande “alla Marzullo”. Very Happy

Io, per ora, sono arrivato a questa (pseudo)conclusione.

Cervello e mente non sono la stessa cosa. Alla “mente” attiene l'intelligenza, la razionalità, le intuizioni che spingono al miglioramento, all'affermazione, alla conquista di nuovi traguardi.
Genio e la cultura però non arrivano dappertutto e dove non arriva l'intelligenza arriva l'istinto, o la natura.
Il cervello invece racchiude istinti, pulsioni, paure che sono a salvaguardia della nostra esistenza. È l'istinto di conservazione. Un primordiale impulso che tende ad impedirci di fare tutto quello che vorremmo; anche ciò che la nostra intelligenza ritiene possibile.
In una certa misura possiamo e dobbiamo forzare questa “pigrizia” cerebrale. Ma, in definitiva è “la testa” che, in date situazioni, blocca quello che il corpo non dovrebbe fare.

Buone corse a tutti. “FATTORE DI TESTA”: limitazione o stimolo? 3524214560
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Messaggio Da differentgear Mer 05 Ott 2016, 13:12

Se il corpo non dovrebbe fare allora perchè ho corso 45 km alla Brenta Trail ma il massimo che ho corso su asfalto è stato 30 e poi ero cotta?
Poi è vero fai anche che il mio modo di correre in montagna è "trekking" ma raramente nei tratti corribili sento di dire "non ce la faccio più" mentre per dire se vado in ciclabile dopo 12 km giuro che sto già pensando "non vedo l'ora di essere a casa" e questo porta il mio fisico a come sentirsi stanco. Devo trovare, per me, il sistema di non avere quei pensieri "negativi" che mi portano a fermarmi sostanzialmente.
Arrivo con una cosa che ... non ho mai detto in anni di forum. Da giovane mi sono ammalata di anoressia e vivevo con 1 cioccolatino al giorno, lavoravo 10 ore al giorno, facevo 4 ore di ginnastica ogni notte. Stavo in piedi, alle volte mi sentivo "svenire" ma poi mi riprendevo e andavo avanti. Ora facessi una cosa del genere, al di là dell'età, sicuramente sarei ko in poco tempo. Sono rimasta ammalata per 14 anni, ho la certezza che la testa può fare tante cose. Anche non poi così belle ...
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Messaggio Da zivago Mer 05 Ott 2016, 14:14

Ciao Eliana,
differentgear ha scritto:Se il corpo non dovrebbe fare allora perchè ho corso 45 km alla Brenta Trail ma il massimo che ho corso su asfalto è stato 30 e poi ero cotta?
Già te lo dissi: running e trekking sono due cose molto diverse. Entrambi sono nobilissimi sport e non capisco come si possa ritenere l'uno più “atletico” dell'altro.
Andar per monti richiede molta tecnica, forza di gambe e resistenza nelle lunghissime ascese.
Correre il fondo sotto la soglia del “moribondo” e, possibilmente anche più veloci, richiede specifico allenamento, adeguata capacità aerobica e cardiaca, resistenza allo sforzo prolungato e senza soste, un diverso meccanismo per economizzare le energie, probabilmente anche muscoli, tendini e giunture diversamente strutturati.

Grandi escursionisti che attraversano deserti, valicano catene montuose, transitano continenti, non riescono a correre delle dignitose maratone. Viceversa buoni maratoneti, dopo qualche ora di ripida salita scoppiano.

Se tu riesci a fare bene l'una e l'alta cosa, e io te lo auguro, sei davvero formidabile.
Se invece, per puro puntiglio, vuoi fare mediocremente entrambe le cose, valuta bene i rischi e i benefici.
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Messaggio Da differentgear Mer 05 Ott 2016, 14:24

Non è puntiglio ma solo passione. Mi piace. Cmq i miei "tempi" fanno pena anche su asfalto ... perchè dovrei smettere di correre???
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Messaggio Da zivago Mer 05 Ott 2016, 15:15

differentgear ha scritto:... perchè dovrei smettere di correre???
Forse mi hai frainteso, oppure mi sono spiegato male.
Non ho mai detto, né desiderato, che tu debba smettere di correre.
Anzi ti auguro di fare delle eccellenti corse e i migliori trail ok .
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Messaggio Da differentgear Mer 05 Ott 2016, 15:38

Quando dicevi "mediocramente fare entrambe le cose", sto facendo mediocramente le cose da almeno il 2012 che ho iniziato a correre Smile ... impegnandomi oltretutto. Nel senso che nonostante arrivo ad allenarmi veramente poco quel poco mi impegno. Ma ho tempi ridicoli e li ho sempre avuti. Probabilmente non li otterrò nemmeno mai appunto perchè il tempo passa ... appunto perchè ho iniziato tardi e prima ho fatto poco o niente. Ma la testa quella cel'ho almeno per la montagna e prima o poi la trovo anche per l'asfalto Smile ... tante volte come dice Fede "se vuoi puoi" ... coi tuoi limiti.

Grazie dell'augurio Very Happy ok
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