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Corsa anche senza crono
4 partecipanti
Pagina 1 di 1
Corsa anche senza crono
Credo che la componente principale che scatena la passione per la corsa sia fortemente dipendente dal fatto che con semplici strumenti si possa misurare la propria prestazione atletica.
E' sufficiente un semplice orologio con la lancetta dei secondi per poi passare, senza spendere cifre iperboliche, al classico crono con GPS e fascia cardio.
A questo, per completare il condimento della gustosa pietanza, si comincia ad aggiungere una spruzzata di scarpe, di magliette e pantaloncini vari.
Ma con il nostro orologio si cominciano così a rilevare tempi, battiti e a memorizzare i percorsi.
E' l'inizio di un nuovo gioco che fa diventare "bambini" con poca spesa e regala sensazioni di libertà fisica spesso dimenticate.
Ma a questo punto bisogna fare molta attenzione perché può innescarsi un meccanismo perverso che collega prevalentemente il divertimento alla prestazione. Ci si diverte solo se si migliorano i tempi o la distanza e ci si annoia se non si guarda il cronometro e se non si raggiungono nuovi risultati.
Attenzione perché con il trascorrere del tempo e superati gli anta diventa difficile continuare a progredire all'infinito a causa della naturale perdita di efficienza generale dell'organismo.
Una fase aurea è quella di chi come me, pur avendo iniziato in età avanzata, non aveva precedentemente mai fatto nulla di atletico.
Questo fa si che nella fase iniziale della nuova esperienza si migliori soltanto.
D'altronde partendo da una situazione prossima allo zero qualsiasi risultato è notevole.
Insomma bisogna fare attenzione per capire quando ci si sta avvicinando ai propri limiti e che questi non potranno continuare ad andare avanti e migliorare all'infinito.
Acquisire consapevolezza di questa idea credo sia la migliore premessa per continuare a vivere questo sport nella giusta misura per arrivare agli inevitabili acciacchi della vecchiaia nel modo più efficiente possible.
Buone corse a tutti, anche senza crono !
>sim
E' sufficiente un semplice orologio con la lancetta dei secondi per poi passare, senza spendere cifre iperboliche, al classico crono con GPS e fascia cardio.
A questo, per completare il condimento della gustosa pietanza, si comincia ad aggiungere una spruzzata di scarpe, di magliette e pantaloncini vari.
Ma con il nostro orologio si cominciano così a rilevare tempi, battiti e a memorizzare i percorsi.
E' l'inizio di un nuovo gioco che fa diventare "bambini" con poca spesa e regala sensazioni di libertà fisica spesso dimenticate.
Ma a questo punto bisogna fare molta attenzione perché può innescarsi un meccanismo perverso che collega prevalentemente il divertimento alla prestazione. Ci si diverte solo se si migliorano i tempi o la distanza e ci si annoia se non si guarda il cronometro e se non si raggiungono nuovi risultati.
Attenzione perché con il trascorrere del tempo e superati gli anta diventa difficile continuare a progredire all'infinito a causa della naturale perdita di efficienza generale dell'organismo.
Una fase aurea è quella di chi come me, pur avendo iniziato in età avanzata, non aveva precedentemente mai fatto nulla di atletico.
Questo fa si che nella fase iniziale della nuova esperienza si migliori soltanto.
D'altronde partendo da una situazione prossima allo zero qualsiasi risultato è notevole.
Insomma bisogna fare attenzione per capire quando ci si sta avvicinando ai propri limiti e che questi non potranno continuare ad andare avanti e migliorare all'infinito.
Acquisire consapevolezza di questa idea credo sia la migliore premessa per continuare a vivere questo sport nella giusta misura per arrivare agli inevitabili acciacchi della vecchiaia nel modo più efficiente possible.
Buone corse a tutti, anche senza crono !
>sim
simpep- Moderatore
- Messaggi : 3562
Data d'iscrizione : 28.12.13
Età : 73
Località : Monserrato (Cagliari)
Re: Corsa anche senza crono
Sì è proprio un gioco poi crea un pò di dipendenza ... io prestazione direi no anche perchè resterei delusa tutte le volte ... ma è divertentissimo.
Io i miei limiti purtroppo li sto già affrontando ... non andrò mai meglio di quello che faccio ... a meno che non inizio con un pò di costanza, e comunque più di tanto non farò mai, ma con la bimba ora come ora non ce la faccio.
Io i miei limiti purtroppo li sto già affrontando ... non andrò mai meglio di quello che faccio ... a meno che non inizio con un pò di costanza, e comunque più di tanto non farò mai, ma con la bimba ora come ora non ce la faccio.
differentgear- Moderatrice Pink
- Messaggi : 9649
Data d'iscrizione : 16.03.13
Età : 54
Località : Trento
Re: Corsa anche senza crono
Però può anche motivare se non hai voglia di correre...
marina- Run like a Pink
- Messaggi : 1281
Data d'iscrizione : 20.12.13
Località : Tra Milano e Bergamo
Re: Corsa anche senza crono
vero ehhehee
differentgear- Moderatrice Pink
- Messaggi : 9649
Data d'iscrizione : 16.03.13
Età : 54
Località : Trento
Re: Corsa anche senza crono
Ciao simpep,
Come sono arrivato a questa convinzione?
Basta andare a leggersi i vari forum: non solo quelli dedicati al running ma anche dove si discute di trekking, di alpinismo, ciclismo, ecc. . Si può trovare di tutto: ci sono (non tanti) seri e competenti contributi o racconti di emozionanti esperienze; ma pure tante banalità, stravaganti teorie, vanesie esibizioni, assurdi quanto improbabili cimenti, evidenti millanterie.
Del resto nel web tutti possono scrivere di tutto. I forum podistici (ovviamente escludendo il nostro) sono pieni di post (alcuni all'inverosimile) che riportano ossessivamente, giorno per giorno: il conteggio dei chilometri, dei minuti e dei secondi; la cronaca dell'allenamento con tanto di link alla attività registrata con il "Garmin"; la dissimulata compiacenza per il buon risultato o il piagnucolio per l'obiettivo mancato; la disperazione per l'uscita saltata o l'avvilimento per la forzata sosta dovuta all'ennesimo infortunio sempre paventato eppure... sempre perseguito con insensati allenamenti.
Ma il “meccanismo perverso” citato dal nostro buon Simone, lo si può constatare anche nella realtà.
Io non faccio gare ufficiali ma partecipo a diverse “manifestazioni ludico-sportive” (quest'anno ne ho fatte 9). Sono corse strapaesane non competitive che dovrebbero solo divertire, ma…
Escludendo i brevi percorsi studiati per le famiglie (5-10 Km); sulle distanze più impegnative, dalla mezza-maratona in su, trovo sempre una frotta di personaggi esaltati da bramosia di competizione, da sete di vittoria e affermazione di se stessi. Non trascurano niente. Bestemmiano e spintonano se qualcuno gli intralcia il passo; ai ristori manca poco che rovesciano i banchetti, spandono dappertutto, tranne che negli appositi cestini, bicchierini, tovaglioli, avanzi di cibo arraffato al volo (eh già! mica possono perdere qualche secondo); lordano il percorso con gli involucri delle loro “bombe” fatte di ogni sorta di integratori energetici-minerali-vitaminici-proteici; corrono consultando l'orologio GPS ogni 100 metri, poi, all'arrivo, inevitabilmente protestano per la differenza di 100-200 metri, in più o in meno, rilevata dai loro precisissimi strumenti rispetto alla fasulla lunghezza del percorso dichiarata dagli organizzatori; ai ristori di fine corsa si ingozzano di tutto senza ritegno, tanto, dichiarano ai quattro venti, loro smaltiscono: per la settimana successiva hanno in programma i soliti 70-80 Km, la partita di calcetto, la nuotata in piscina, la seduta di fitness e, se non pioverà, 100-150 Km in bicicletta.
Tra questi personaggi, però, c'è un rapido turn over : succede spesso che improvvisamente scompaiono. Poi magari, a distanza di tempo, capita di rincontrarli per strada, in ufficio postale o al bar; sono un po' imbolsiti e alla domanda: « Come stai? È un po' che non ti vedo. » … « Beh! Sai ho avuto un problema all'anca (in alternativa al ginocchio, alla caviglia, al tendine, al muscolo, ecc.) e per il momento sono fermo ».
Per conto mio devo dire di avere abbandonato la velleità di voler correre una maratona entro i 60 anni. Ci ho provato ma, oltre i 30-32 Km, non riesco a resistere. Credo che la causa principale sia appunto dovuta all'età e al non avere propriamente un fisico da fondista (altezza 1,93 – peso 79-80 Kg). Forse dipende anche dal fatto che non svolgo un allenamento specifico, non seguo nessuna tabella, corro sempre a sensazione, non uso cronometri, GPS, cardiofrequenzimetri, non assumo alcun integratore.
Sarei un ipocrita se dicessi di non esserne dispiaciuto… ma è così e così mi devo rassegnare. Sto infatti, in questi ultimi mesi, cercando di elaborare la situazione: faccio meglio ad insistere procurandomi delle ansie, oppure conviene che gestisca al meglio l'inevitabile declino?
Beh! La domanda è retorica e la risposta non è del tutto serena.
Per ora mi consola il fatto di riuscire ancora a correre frequentemente, di non essermi mai infortunato e di fare discretamente delle mezze-maratone. Poi si vedrà perché...
come diceva Lorenzo de'Medici:
« Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza »
P.S. Il mio “crono” è l'orologio che ho appeso al muro della cucina: conto il tempo guardandolo quando esco e quando rientro; le distanze le misuro con gmap-pedometer. Non mi sono mai curato di contare precisamente i metri e i minuti; tuttavia anche queste incerte misurazioni mi mettono un po' di ansia.
Simone dice:
Sto dunque valutando se non sarebbe meglio correre in assoluta anarchia, nella totale assenza di qualsiasi ansia da prestazione.
La chiamano sindrome da “sport compulsivo”. Ma... intendiamoci: credo che nessuno dei partecipanti a questo forum, o almeno quelli che ci scrivono, patisca questa ossessione. Penso però che nell'ambiente del podismo amatoriale ci sia un discreto numero di “fissati” per la prestazione.simpep ha scritto:Ma a questo punto bisogna fare molta attenzione perché può innescarsi un meccanismo perverso che collega prevalentemente il divertimento alla prestazione. Ci si diverte solo se si migliorano i tempi o la distanza e ci si annoia se non si guarda il cronometro e se non si raggiungono nuovi risultati.
Come sono arrivato a questa convinzione?
Basta andare a leggersi i vari forum: non solo quelli dedicati al running ma anche dove si discute di trekking, di alpinismo, ciclismo, ecc. . Si può trovare di tutto: ci sono (non tanti) seri e competenti contributi o racconti di emozionanti esperienze; ma pure tante banalità, stravaganti teorie, vanesie esibizioni, assurdi quanto improbabili cimenti, evidenti millanterie.
Del resto nel web tutti possono scrivere di tutto. I forum podistici (ovviamente escludendo il nostro) sono pieni di post (alcuni all'inverosimile) che riportano ossessivamente, giorno per giorno: il conteggio dei chilometri, dei minuti e dei secondi; la cronaca dell'allenamento con tanto di link alla attività registrata con il "Garmin"; la dissimulata compiacenza per il buon risultato o il piagnucolio per l'obiettivo mancato; la disperazione per l'uscita saltata o l'avvilimento per la forzata sosta dovuta all'ennesimo infortunio sempre paventato eppure... sempre perseguito con insensati allenamenti.
Ma il “meccanismo perverso” citato dal nostro buon Simone, lo si può constatare anche nella realtà.
Io non faccio gare ufficiali ma partecipo a diverse “manifestazioni ludico-sportive” (quest'anno ne ho fatte 9). Sono corse strapaesane non competitive che dovrebbero solo divertire, ma…
Escludendo i brevi percorsi studiati per le famiglie (5-10 Km); sulle distanze più impegnative, dalla mezza-maratona in su, trovo sempre una frotta di personaggi esaltati da bramosia di competizione, da sete di vittoria e affermazione di se stessi. Non trascurano niente. Bestemmiano e spintonano se qualcuno gli intralcia il passo; ai ristori manca poco che rovesciano i banchetti, spandono dappertutto, tranne che negli appositi cestini, bicchierini, tovaglioli, avanzi di cibo arraffato al volo (eh già! mica possono perdere qualche secondo); lordano il percorso con gli involucri delle loro “bombe” fatte di ogni sorta di integratori energetici-minerali-vitaminici-proteici; corrono consultando l'orologio GPS ogni 100 metri, poi, all'arrivo, inevitabilmente protestano per la differenza di 100-200 metri, in più o in meno, rilevata dai loro precisissimi strumenti rispetto alla fasulla lunghezza del percorso dichiarata dagli organizzatori; ai ristori di fine corsa si ingozzano di tutto senza ritegno, tanto, dichiarano ai quattro venti, loro smaltiscono: per la settimana successiva hanno in programma i soliti 70-80 Km, la partita di calcetto, la nuotata in piscina, la seduta di fitness e, se non pioverà, 100-150 Km in bicicletta.
Tra questi personaggi, però, c'è un rapido turn over : succede spesso che improvvisamente scompaiono. Poi magari, a distanza di tempo, capita di rincontrarli per strada, in ufficio postale o al bar; sono un po' imbolsiti e alla domanda: « Come stai? È un po' che non ti vedo. » … « Beh! Sai ho avuto un problema all'anca (in alternativa al ginocchio, alla caviglia, al tendine, al muscolo, ecc.) e per il momento sono fermo ».
Già! Caro sim è proprio così. Non è bello constatare i propri limiti ma è saggio esserne consapevoli.simpep ha scritto:Attenzione perché con il trascorrere del tempo e superati gli anta diventa difficile continuare a progredire all'infinito…
… Insomma bisogna fare attenzione per capire quando ci si sta avvicinando ai propri limiti e che questi non potranno continuare ad andare avanti e migliorare all'infinito.
Acquisire consapevolezza di questa idea credo sia la migliore premessa per continuare a vivere questo sport nella giusta misura per arrivare agli inevitabili acciacchi della vecchiaia nel modo più efficiente possibile.
Per conto mio devo dire di avere abbandonato la velleità di voler correre una maratona entro i 60 anni. Ci ho provato ma, oltre i 30-32 Km, non riesco a resistere. Credo che la causa principale sia appunto dovuta all'età e al non avere propriamente un fisico da fondista (altezza 1,93 – peso 79-80 Kg). Forse dipende anche dal fatto che non svolgo un allenamento specifico, non seguo nessuna tabella, corro sempre a sensazione, non uso cronometri, GPS, cardiofrequenzimetri, non assumo alcun integratore.
Sarei un ipocrita se dicessi di non esserne dispiaciuto… ma è così e così mi devo rassegnare. Sto infatti, in questi ultimi mesi, cercando di elaborare la situazione: faccio meglio ad insistere procurandomi delle ansie, oppure conviene che gestisca al meglio l'inevitabile declino?
Beh! La domanda è retorica e la risposta non è del tutto serena.
Per ora mi consola il fatto di riuscire ancora a correre frequentemente, di non essermi mai infortunato e di fare discretamente delle mezze-maratone. Poi si vedrà perché...
come diceva Lorenzo de'Medici:
« Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza »
P.S. Il mio “crono” è l'orologio che ho appeso al muro della cucina: conto il tempo guardandolo quando esco e quando rientro; le distanze le misuro con gmap-pedometer. Non mi sono mai curato di contare precisamente i metri e i minuti; tuttavia anche queste incerte misurazioni mi mettono un po' di ansia.
Simone dice:
Per i giovani è sicuramente così. Ma per me, in questo periodo, anche le approssimative misurazioni cominciano ad infastidirmi. Finisco sempre col domandarmi: « Oggi ho corso meglio o peggio di ieri? ho fatto più o meno chilometri? sono andato più veloce o più lento? sono allineato alla media mensile e annuale dello scorso anno?Credo che la componente principale che scatena la passione per la corsa sia fortemente dipendente dal fatto che con semplici strumenti si possa misurare la propria prestazione atletica.
Sto dunque valutando se non sarebbe meglio correre in assoluta anarchia, nella totale assenza di qualsiasi ansia da prestazione.
zivago- Piè Veloce
- Messaggi : 858
Data d'iscrizione : 03.07.14
Età : 69
Località : Brianza
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