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Qualche numero su WhatsApp
+3
marina
differentgear
simpep
7 partecipanti
Pagina 1 di 1
Qualche numero su WhatsApp
Nell'ultimo fascicolo di una delle riviste di informatica che seguo ho trovato alcuni numeri interessanti intorno all'utilizzo di WhatsApp nel mondo.
Trovo sorprendente il grado di interconnessione che internet ha prodotto, anche se la qualità di questa comunicazione non è sempre elevata.
Anzi, come mette in evidenza qualcuno, la quantità sembra essere inversamente proporzionale alla qualità.
Dati relativi solo a WhatsApp:
Nuove registrazioni giornaliere = 1 Milione
Utenti che ogni giorno lo usano = 320 Milioni
Traffico medio per ogni minuto di conversazione = 1,2 MB
Fotografie scambiate giornalmente = 700 Milioni
Messaggi scambiati giornalmente = 30 Miliardi
Infine:
Il 75% di tutte le chat su dispositivi mobili si svolge con WhatsApp
>sim
Trovo sorprendente il grado di interconnessione che internet ha prodotto, anche se la qualità di questa comunicazione non è sempre elevata.
Anzi, come mette in evidenza qualcuno, la quantità sembra essere inversamente proporzionale alla qualità.
Dati relativi solo a WhatsApp:
Nuove registrazioni giornaliere = 1 Milione
Utenti che ogni giorno lo usano = 320 Milioni
Traffico medio per ogni minuto di conversazione = 1,2 MB
Fotografie scambiate giornalmente = 700 Milioni
Messaggi scambiati giornalmente = 30 Miliardi
Infine:
Il 75% di tutte le chat su dispositivi mobili si svolge con WhatsApp
>sim
simpep- Moderatore
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Re: Qualche numero su WhatsApp
Uh che utilizzo stratosferico ... pensa a 0,89 centesimi per ognuno
differentgear- Moderatrice Pink
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Re: Qualche numero su WhatsApp
Credevo meno..ottimo per la messaggistica e per invio di foto
e immagini..
e immagini..
marina- Run like a Pink
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Re: Qualche numero su WhatsApp
differentgear ha scritto:Uh che utilizzo stratosferico ... pensa a 0,89 centesimi per ognuno
Un calcolo a occhiometro:
Ultimo dato che conosco: Su WhatsApp ci sono circa 700 milioni di utenti attivi.
Per cui 700 milioni per 0,89 = 623 milioni di euro !!!
Comunque c'è qualche numero più vistoso che appartiene al mondo dei runners.
Le scarpe per running acquistate nel mondo ogni anno sono circa: 1 Miliardo (di paia)
E tenendo conto del prezzo ...... Beh fate da soli la moltiplicazione !
>sim
simpep- Moderatore
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Re: Qualche numero su WhatsApp
Niente male ... sempre detto che ho sbagliato lavoro
differentgear- Moderatrice Pink
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Re: Qualche numero su WhatsApp
Mai pagato. All' inizio mi bloccavano per 1 giorno, salvo poi darmi 30 gg. di proroga. Poi, passato il mese,ricominciavano: un giorno di sospensione e poi altri 30 di proroga. Alla fine si devono essere arresi. Mi hanno dato un paio d' anni di proroga. ..mi pare scadenza nel 2017.
E questo è il sistema legale...ce ne sono altri meno ortodossi.
La stima dei paganti si aggira sul 40%.
E questo è il sistema legale...ce ne sono altri meno ortodossi.
La stima dei paganti si aggira sul 40%.
-francesco-- Forrest Gump
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Re: Qualche numero su WhatsApp
Però, dai, tenendo conto che non ti riempono di pubblicità, un piccolissimo contributo per un servizio come questo se lo meritano !
In fondo si contribuisce a mantenere in piedi l'enorme infrastruttura che necessita una piattaforma di questa portata e si premia la qualità innegabile dell'idea e della sua realizzazione.
>sim
In fondo si contribuisce a mantenere in piedi l'enorme infrastruttura che necessita una piattaforma di questa portata e si premia la qualità innegabile dell'idea e della sua realizzazione.
>sim
simpep- Moderatore
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Re: Qualche numero su WhatsApp
Bo anche a me all'inizio è funzionata come te Francesco ma poi ho dovuto pagare altrimenti nisba ...
differentgear- Moderatrice Pink
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Re: Qualche numero su WhatsApp
Io su iPhone mai pagato nulla.....
Lenz76- Moderatore
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Re: Qualche numero su WhatsApp
Giorni fa scrissi, in risposta all'argomento proposto dal buon simpep, il post che riporto qui sotto.
Poi però decisi di non inviarlo. Mi pareva troppo prolisso e pesante: temevo di annoiarvi con i miei cervellotici ragionamenti.
Succede però che ieri, nel corso del solito pranzo familiare della domenica, quasi litigo con i miei figli perché a tavola, mentre si conversava, continuavano ad armeggiare con lo smartphon. Ecco, quindi, che mi è ritornato in mente quel che avevo scritto sulla permanente connessione a internet e sul compulsivo “messaggiare”.
Ciao simpep,
le indagini, i dati e i grafici che riporti, sono sempre interessanti. Proponi, a noi disattenti internauti, stimolanti curiosità su statistiche uso dell'informatica e dell'elettronica. Non sempre rimandano a questioni di podismo, ma spesso, a ben guardare, non sono del tutto lontane dall'odierno modo di praticare lo sport amatoriale. Si può, infatti, negare che il runner dei nostri giorni faccia un ampio uso dell'informatica, utilizzi strumenti elettronici, frequenti assiduamente il web?
Io, lo confesso, non conosco questo “WhatsApp”. Non capisco bene a cosa e se serve, come funziona e perché il suo uso sia cresciuto così in fretta e in tale stupefacente quantità.
Sarebbe bello se un “esperto” come te ci desse qualche “dritta” in merito. Così come sarebbe interessante sapere come tu valuti questo fenomeno.
Per conto mio posso dire di aver notato, ancor prima di aver letto le cifre del nostro Simone, che in giro c'è sempre più gente che, perennemente, maneggia uno smartphone. Lo noto la mattina davanti alle scuole, per strada, sugli autobus, nei negozi, al mercato, al parco, nel vicinato, tra amici e parenti. I miei figli, quando vengono in casa nostra, non riescono a stare più di cinque minuti senza andare a sbirciare l'ultimo messaggio. Se riceviamo o andiamo a casa di amici non manca mai che qualcuno sia intento, mentre si parla, a “scrollare” anziché guardare l'interlocutore. Dalla radio, in televisione, sui manifesti è tutto un proliferare di pubblicità per ogni sorta di apparecchio mobile e tipo di connessione alla rete.
Dici, caro sim, che...
Trovo che ci sia, in questo moderno modo di comunicare troppa concisione. Nel linguaggio, nei contenuti, nello scambio di pensieri e sentimenti, c'è molta frenesia ma tanta superficialità.
Mi sconcertano le decine, a volte centinaia di contatti giornalieri, ridotti a brevi battute, fatte usando un linguaggio povero tutto esclamazioni e frasi stereotipate: senza nessun approfondimento, senza vero colloquio.
Stupisco che, a fronte di un così facile accesso alle informazioni, a tanta e veloce interconnettività, ci sia poi tanta incultura, molto conformismo, poca circolazione di idee (per non parlare di ideali), scarsa originalità di pensiero e azione.
Mi turba vedere quante persone abusino e dipendano da Facebook, Tweet, WhatsApp, questo o quel Social Network.
Sarà che io appartengo alla generazione dei libri stampati, dei quaderni, degli appunti scritti a penna sul bloc-notes, delle lettere da affrancare e spedire in busta, delle dispense fotocopiate, dei volantini fatti al ciclostile, dei dazebao, ma...
Ora, più di un tempo, trovo difficile comunicare con le persone. Sono venuti a mancare i luoghi di incontro: i circoli, le sezioni di partito, le Camere del Lavoro, gli oratori aperti alla sera, le osterie (cosa ben diversa dai pub), i cineforum, le bocciofile, i bar sport.
In rete ci sono tanti social network ma a me pare che di socializzazione vera, di reciproco rapporto, non ne producano. In questi spazi trovo tanta autoreferenzialità e millanteria; per non parlare della volgarità, della calunnia, dell'istigazione fatta in forma verbale ma che, a volte, conduce a violenza reale. Nel web, parandosi dietro l'anonimato di un nickname o celandosi con un fake, si può dire di tutto senza “metterci la faccia” senza assumersi responsabilità; del resto la situazione sconsiglia, sia ai benintenzionati che ai malintenzionati, di esporsi con tanto di nome cognome e indirizzo. Sincero e aperto confronto di idee ne trovo poco.
Insomma questi stupefacenti nuovi mezzi dovrebbero e potrebbero davvero, come fu con "l'invenzione di Gutemberg" provocare una rivoluzione di libertà, eliminare l'ignoranza, produrre progresso materiale e sociale, favorire nuove, più intense e buone relazioni umane. Constato però che oggi l'utilizzo individuale della rete produce più alienazione che integrazione, più solitudine che socialità, più ignoranza che consapevolezza, più dipendenza che libertà.
P.S. Per conto mio devo dire che diffido sempre di certe statistiche; soprattutto se sono poco analitiche e quando mettono tutto nel calderone.
A questo proposito è significativa, oltre che divertente, la nota poesia di Trilussa:
"Sai ched’è la statistica? È ’na cosa
che serve pe’ fa’ un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pe’ me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pe’ via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
secondo le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra ne le spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perché c’è un antro che ne magna due."
Poi però decisi di non inviarlo. Mi pareva troppo prolisso e pesante: temevo di annoiarvi con i miei cervellotici ragionamenti.
Succede però che ieri, nel corso del solito pranzo familiare della domenica, quasi litigo con i miei figli perché a tavola, mentre si conversava, continuavano ad armeggiare con lo smartphon. Ecco, quindi, che mi è ritornato in mente quel che avevo scritto sulla permanente connessione a internet e sul compulsivo “messaggiare”.
Ciao simpep,
le indagini, i dati e i grafici che riporti, sono sempre interessanti. Proponi, a noi disattenti internauti, stimolanti curiosità su statistiche uso dell'informatica e dell'elettronica. Non sempre rimandano a questioni di podismo, ma spesso, a ben guardare, non sono del tutto lontane dall'odierno modo di praticare lo sport amatoriale. Si può, infatti, negare che il runner dei nostri giorni faccia un ampio uso dell'informatica, utilizzi strumenti elettronici, frequenti assiduamente il web?
Io, lo confesso, non conosco questo “WhatsApp”. Non capisco bene a cosa e se serve, come funziona e perché il suo uso sia cresciuto così in fretta e in tale stupefacente quantità.
Sarebbe bello se un “esperto” come te ci desse qualche “dritta” in merito. Così come sarebbe interessante sapere come tu valuti questo fenomeno.
Per conto mio posso dire di aver notato, ancor prima di aver letto le cifre del nostro Simone, che in giro c'è sempre più gente che, perennemente, maneggia uno smartphone. Lo noto la mattina davanti alle scuole, per strada, sugli autobus, nei negozi, al mercato, al parco, nel vicinato, tra amici e parenti. I miei figli, quando vengono in casa nostra, non riescono a stare più di cinque minuti senza andare a sbirciare l'ultimo messaggio. Se riceviamo o andiamo a casa di amici non manca mai che qualcuno sia intento, mentre si parla, a “scrollare” anziché guardare l'interlocutore. Dalla radio, in televisione, sui manifesti è tutto un proliferare di pubblicità per ogni sorta di apparecchio mobile e tipo di connessione alla rete.
Dici, caro sim, che...
e che...la qualità di questa comunicazione non è sempre elevata.
Beh! Io sono uno di quei "qualcuno".Anzi, come mette in evidenza qualcuno, la quantità sembra essere inversamente proporzionale alla qualità.
Trovo che ci sia, in questo moderno modo di comunicare troppa concisione. Nel linguaggio, nei contenuti, nello scambio di pensieri e sentimenti, c'è molta frenesia ma tanta superficialità.
Mi sconcertano le decine, a volte centinaia di contatti giornalieri, ridotti a brevi battute, fatte usando un linguaggio povero tutto esclamazioni e frasi stereotipate: senza nessun approfondimento, senza vero colloquio.
Stupisco che, a fronte di un così facile accesso alle informazioni, a tanta e veloce interconnettività, ci sia poi tanta incultura, molto conformismo, poca circolazione di idee (per non parlare di ideali), scarsa originalità di pensiero e azione.
Mi turba vedere quante persone abusino e dipendano da Facebook, Tweet, WhatsApp, questo o quel Social Network.
Sarà che io appartengo alla generazione dei libri stampati, dei quaderni, degli appunti scritti a penna sul bloc-notes, delle lettere da affrancare e spedire in busta, delle dispense fotocopiate, dei volantini fatti al ciclostile, dei dazebao, ma...
Ora, più di un tempo, trovo difficile comunicare con le persone. Sono venuti a mancare i luoghi di incontro: i circoli, le sezioni di partito, le Camere del Lavoro, gli oratori aperti alla sera, le osterie (cosa ben diversa dai pub), i cineforum, le bocciofile, i bar sport.
In rete ci sono tanti social network ma a me pare che di socializzazione vera, di reciproco rapporto, non ne producano. In questi spazi trovo tanta autoreferenzialità e millanteria; per non parlare della volgarità, della calunnia, dell'istigazione fatta in forma verbale ma che, a volte, conduce a violenza reale. Nel web, parandosi dietro l'anonimato di un nickname o celandosi con un fake, si può dire di tutto senza “metterci la faccia” senza assumersi responsabilità; del resto la situazione sconsiglia, sia ai benintenzionati che ai malintenzionati, di esporsi con tanto di nome cognome e indirizzo. Sincero e aperto confronto di idee ne trovo poco.
Insomma questi stupefacenti nuovi mezzi dovrebbero e potrebbero davvero, come fu con "l'invenzione di Gutemberg" provocare una rivoluzione di libertà, eliminare l'ignoranza, produrre progresso materiale e sociale, favorire nuove, più intense e buone relazioni umane. Constato però che oggi l'utilizzo individuale della rete produce più alienazione che integrazione, più solitudine che socialità, più ignoranza che consapevolezza, più dipendenza che libertà.
P.S. Per conto mio devo dire che diffido sempre di certe statistiche; soprattutto se sono poco analitiche e quando mettono tutto nel calderone.
A questo proposito è significativa, oltre che divertente, la nota poesia di Trilussa:
"Sai ched’è la statistica? È ’na cosa
che serve pe’ fa’ un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pe’ me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pe’ via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
secondo le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra ne le spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perché c’è un antro che ne magna due."
zivago- Piè Veloce
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Re: Qualche numero su WhatsApp
La statistica.
Si, è un'attrezzatura potente, ma è da usare con attenzione altrimenti qualsiasi valutazione può diventare plausibile.
Il problema nasce dal fatto che istintivamente si tende a sovrapporre la statistica con la realtà che viene analizzata e si perde l'idea fondamentale che le percentuali sono solo la miglior rappresentazione sintetica di alcuni aspetti della realtà.
Analizzate queste frasi che riporto sotto in evidenza.
Potrebbero essere il risultato di una analisi statistica sugli incidenti automobilistici mortali in Italia:
"In Italia il 30% di incidenti automobilistici mortali hanno per causa la guida in stato di ubriachezza."
E questo potrebbe essere un dato anche corretto.
Adesso si estrapola una sua conseguenza deduttiva :
"per cui il rimanente 70% di incidenti mortali sono causati da persone che non guidavano in stato di ebrezza."
Deduzione analiticamente corretta.
Ma cosa ne pensate di questa conclusione apparentemente coerente con i dati:
"Quindi, 30% di mortalità contro 70% , è più sicura la guida da ubriachi !!
L'errore non si vede immediatamente, anche se tutti intuiscono che c'è !
>sim
Si, è un'attrezzatura potente, ma è da usare con attenzione altrimenti qualsiasi valutazione può diventare plausibile.
Il problema nasce dal fatto che istintivamente si tende a sovrapporre la statistica con la realtà che viene analizzata e si perde l'idea fondamentale che le percentuali sono solo la miglior rappresentazione sintetica di alcuni aspetti della realtà.
Analizzate queste frasi che riporto sotto in evidenza.
Potrebbero essere il risultato di una analisi statistica sugli incidenti automobilistici mortali in Italia:
"In Italia il 30% di incidenti automobilistici mortali hanno per causa la guida in stato di ubriachezza."
E questo potrebbe essere un dato anche corretto.
Adesso si estrapola una sua conseguenza deduttiva :
"per cui il rimanente 70% di incidenti mortali sono causati da persone che non guidavano in stato di ebrezza."
Deduzione analiticamente corretta.
Ma cosa ne pensate di questa conclusione apparentemente coerente con i dati:
"Quindi, 30% di mortalità contro 70% , è più sicura la guida da ubriachi !!
L'errore non si vede immediatamente, anche se tutti intuiscono che c'è !
>sim
simpep- Moderatore
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Re: Qualche numero su WhatsApp
Zivago chiedi a cosa serva WA.
Beh non è altro che un sistema di messaggistica veloce che è andato in brevissimo tempo a soppiantare il "vecchio" messanger, ocn il vantaggio di poter essere utilizzato anche sui cellulari.
Si è evoluto sempre più e oltre ad essere un servizio gratuito (basta avere una connessione ad internet sul cellulare e il suo costo è davvero minimo, gratis il primo anno e 0,89 € ogni anno successivo), ad oggi permette di scrivere, inviare foto e video, inviare un messaggio vocale e da poco anche di chiamare sempre gratuitamente.
Certo la chiamata è ancora un pò un beta test non è che funzioni a meraviglia, ma non mi sorprenderei se a breve oltre a perfezionare la chiamata vocale non sia possibile anche effettuare le videochiamate per chi sul cellulare ha la fotocamera frontale oltre che quella classica posteriore.
A cosa serve ?
Come tutti gli strumenti tecnologici di questo secolo, è davvero utile se usato in tal senso, io ad esempio lo utilizzo tantissimo per prendere e ricevere appuntamenti di lavoro, in più si possono creare gruppi ed ad esempio nelle classi c'è lo scambio di compiti per chi non è potuto andare a scuola, noi genitori abbiamo gruppi delle classe dei figli per scambiare informazioni utili, addirittura dallo scorso anno in classe di mia figlia, il genitore comunica all'insegnante che il giorno x il figlio/ la figlia verrà preso da scuola dalla mamma o dal papà di Y ecc.
Chiaramente come tutte le cose c'è ahimè anche l'abuso, si passa dall'utilizzo serio al "cazzeggio" continuo, fonte di perdita di comunicazione anche all'interno delle famiglie stesse, sena contare appunto l'abuso mentre si guida che può provocare sei problemi.
Beh non è altro che un sistema di messaggistica veloce che è andato in brevissimo tempo a soppiantare il "vecchio" messanger, ocn il vantaggio di poter essere utilizzato anche sui cellulari.
Si è evoluto sempre più e oltre ad essere un servizio gratuito (basta avere una connessione ad internet sul cellulare e il suo costo è davvero minimo, gratis il primo anno e 0,89 € ogni anno successivo), ad oggi permette di scrivere, inviare foto e video, inviare un messaggio vocale e da poco anche di chiamare sempre gratuitamente.
Certo la chiamata è ancora un pò un beta test non è che funzioni a meraviglia, ma non mi sorprenderei se a breve oltre a perfezionare la chiamata vocale non sia possibile anche effettuare le videochiamate per chi sul cellulare ha la fotocamera frontale oltre che quella classica posteriore.
A cosa serve ?
Come tutti gli strumenti tecnologici di questo secolo, è davvero utile se usato in tal senso, io ad esempio lo utilizzo tantissimo per prendere e ricevere appuntamenti di lavoro, in più si possono creare gruppi ed ad esempio nelle classi c'è lo scambio di compiti per chi non è potuto andare a scuola, noi genitori abbiamo gruppi delle classe dei figli per scambiare informazioni utili, addirittura dallo scorso anno in classe di mia figlia, il genitore comunica all'insegnante che il giorno x il figlio/ la figlia verrà preso da scuola dalla mamma o dal papà di Y ecc.
Chiaramente come tutte le cose c'è ahimè anche l'abuso, si passa dall'utilizzo serio al "cazzeggio" continuo, fonte di perdita di comunicazione anche all'interno delle famiglie stesse, sena contare appunto l'abuso mentre si guida che può provocare sei problemi.
Re: Qualche numero su WhatsApp
Ciao castoro e simpep,
grazie per le cortesi risposte.
@sim
sempre a proposito di statistiche...
Considerando che ci sono ca. 2,2 miliardi di bambini…
Stimando ca. 400 milioni di ultrasettantenni…
Contando 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno…
Mettendoci anche gli ammalati, i disabili, gli obesi, le donne gravide, i carcerati, i marinai, le suore di clausura, i frati scalzi, i sadhu, quelli che vivono in Amazzonia, in Lapponia, in Alaska, in Siberia, sull'Himalaya, sul Machu Picchu …
Tra quanti rimangono, se facciamo una media ponderata dei potenziali utilizzatori di scarpette da corsa...
Beh! Si può concludere che: siamo quasi tutti runner !
grazie per le cortesi risposte.
@sim
sempre a proposito di statistiche...
Facendo conto che la popolazione mondiale è di circa 7,3 miliardi (fonte ONU)...simpep ha scritto:Comunque c'è qualche numero più vistoso che appartiene al mondo dei runners.
Le scarpe per running acquistate nel mondo ogni anno sono circa: 1 Miliardo (di paia)
Considerando che ci sono ca. 2,2 miliardi di bambini…
Stimando ca. 400 milioni di ultrasettantenni…
Contando 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno…
Mettendoci anche gli ammalati, i disabili, gli obesi, le donne gravide, i carcerati, i marinai, le suore di clausura, i frati scalzi, i sadhu, quelli che vivono in Amazzonia, in Lapponia, in Alaska, in Siberia, sull'Himalaya, sul Machu Picchu …
Tra quanti rimangono, se facciamo una media ponderata dei potenziali utilizzatori di scarpette da corsa...
Beh! Si può concludere che: siamo quasi tutti runner !
zivago- Piè Veloce
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Re: Qualche numero su WhatsApp
@zivago
Certo che sembra un numero eccessivo, però tenendo conto che molte scarpe sportive vengono acquistate anche per uso "non sportivo", chissà . . . !
.
.
.
Sempre a proposito di statistica e numeri.
Thomas Bayes era figlio di un pastore presbiteriano inglese.
Discendente di una famiglia che divenne ricca con la produzione di lame di acciaio.
Studiò matematica e teologia all'Università di Edimburgo.
Pubblicò diverse opere di teologia, ma quello che lo rese celebre fu il suo interesse verso l'allora giovane teoria della probabilità.
E' un personaggio che viene spesso ricordato nei saggi di storia della scienza proprio per il suo interesse per la statistica.
Tuttavia una cosa che mi è rimasta impressa nelle lettura di una sua biografia e aver letto una affermazione di questo tipo: "nacque probabilmente nel 1701".
>sim
Certo che sembra un numero eccessivo, però tenendo conto che molte scarpe sportive vengono acquistate anche per uso "non sportivo", chissà . . . !
.
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Sempre a proposito di statistica e numeri.
Thomas Bayes era figlio di un pastore presbiteriano inglese.
Discendente di una famiglia che divenne ricca con la produzione di lame di acciaio.
Studiò matematica e teologia all'Università di Edimburgo.
Pubblicò diverse opere di teologia, ma quello che lo rese celebre fu il suo interesse verso l'allora giovane teoria della probabilità.
E' un personaggio che viene spesso ricordato nei saggi di storia della scienza proprio per il suo interesse per la statistica.
Tuttavia una cosa che mi è rimasta impressa nelle lettura di una sua biografia e aver letto una affermazione di questo tipo: "nacque probabilmente nel 1701".
>sim
simpep- Moderatore
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