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Messaggio Da simpep Mer 11 Mar 2015, 13:33

Guardando qualche numero sulla produzione agricola mondiale ci si può fare un'idea più precisa di come a volte si facciano scelte non proprio coerenti con la soluzione di un problema.
Quando si parla di alimentazione "biologica" quasi istintivamente si pensa al modo migliore per alimentarsi. In un contesto di appassionati di corsa questa interpretazione è quasi immediata. Ci si trova in sintonia naturale. La corsa fa bene alla salute e allora bisogna fare scelte salutistiche anche sull'alimentazione. Questo spesso porta ad una sovrapposizione dei concetti che stanno dietro alla due parole: salutistico e biologico.
Ma non sarà che c'è solo una pressione pubblicitaria, di mercato, per giustificare il prezzo più alto del prodotto "biologico" ?
Bisogna dire che il biologico ha una resa produttiva inferiore all'altro cibo proprio perchè non fa uso di fertilizzanti di sintesi quali zolfo, fosforo, potassio e qualche altro minerale.
In effetti il problema principale è determinato dall'azoto che prima, come i vecchietti sanno, si produceva attraverso la coltivazione di erba medica o di fagioli che inglobando l'azoto atmosferico poi lo scambiavano con il suolo nella fase di aratura.
Prendiamo qualche numero che si trova facilmente sul web.
Il valore nutritivo di una lattuga è fra le 70 e le 100 calorie (in funzione del peso) .
Per produrre una lattuga senza usare fertilizzanti, tutto il processo dalla produzione alla distribuzione consuma l'equivalente di circa 4600 calorie*. Una lattuga prodotta con i sistemi convenzionali consuma invece circa 4800 calorie.
La differenza a me sembra irrisoria, inferiore al 10%.
Però se arriva una tecnologia che migliora il rendimento di produzione, allora i sostenitori del biologico tendono a rifiutarla.
Ma nessuno si pone il problema che la maggior parte dei miglioramenti qualitativi si siano ottenuti con una selezione indotta che utilizza radiazioni e agenti cancerogeni ?
I salutisti, per definizione sono contro il prodotto modificato geneticamente quando nell'ultimo mezzo secolo i miglioramenti produttivi dell'agricoltura si sono ottenuti per selezione genetica "stimolata" proprio da radiazioni o agenti patogeni.
Mi pongo una domanda. Ma è meglio spruzzare solfato di rame sul prodotto agricolo o sarebbe meglio usare qualche sostanza sintetica a bassa nocività per i mammiferi che vivono nello stesso ambiente ?
Se la stessa logica la si applicasse ad altre tecnologie allora per una diagnosi si dovrebbe andare dal medico che usa ancora lo stetoscopio di legno anziché andare in un laboratorio super attrezzato per fare una TAC.

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* "Il dilemma dell'onnivoro" , Michael Pollan, Giunti, 2011
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Messaggio Da differentgear Mer 11 Mar 2015, 19:20

Il mondo "bio" è sicuramente un pò una moda secondo me. Consideriamo poi che ci sono coltivazioni bio fra coltivazioni con antiparassitari ... sicuramente questi non vanno trasportati dal vento sulle coltivazioni bio giusto??? Le infiltrazioni delle falde acquifere idem non portano anche alle colture bio cose che forse bio non sono. Al di là del sicuro costo della produzione bio/normale. Io acquisto bio la soia, il latte di soia e lo stesso non sono nemmeno sicura che non sia ogm. Non credo che di salutare in questa società ormai sia rimasto nulla. Mozzarelle blu ... formaggio avariato fuso e trasformato in sottilette o formaggini, antiparassitari a iosa sulla verdura, farmaci agli animali ... e chi più ne ha più ne metta.
Ok ho il mio giardino e lo trasformo in orticello ... anzi no ... tempo fa scavando per sistemare un pò la pavimentazione dico cosa ho "trovato sotto" ... detriti di costruzione. Dove e come ti salvi?
Ritengo che sia da vivere in modo il più sereno possibile compatibilmente con il tanto amato "progresso" che secondo me non ha fatto altro che fare sì che ciò che conti unicamente e solamente sia il "dio denaro" a discapito di tutto.
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Messaggio Da -francesco- Mer 11 Mar 2015, 20:33

Non trovo automatico associare corsa e mangiare sano. Proprio no.Mangio quello che mi pare senza farmi tanti problemi. ...anzi,quando corro mangio di solito molte più "schifezze" che di solito cerco di non concedermi.
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Messaggio Da castoro Gio 12 Mar 2015, 06:44

Personalmente credo che tutti i problemi alimentari nascano da quando si è in fasce e i pediatri insistano sul farti mangiare pappette e cose che alla fine contengono conservanti (come omogeneizzati di frutta, carne ecc.). Oggi come oggi c'è il boom sulla celiachia, ma perchè 20 anni fa nessuno ne parlava?
Mi viene in mente una frase simpatica ed ironica di un vecchio amico:
"mi nonno a 3 anni magnava le bistecche, eppure a 90 anni ancora lavorava nei campi in perfetta salute" ...
questo per dire che si può anche non mangiare perfettamente sano, tutto dipende dalla vita che si conduce.
Faccio un esempio molto pratico: nel 2001 avevo un negozio di computer, facevo una vita sedentaria, non facevo sport, ero molto stressato, quando feci le analisi perchè non mi sentivo bene, avevo pressione alta e spesso dolori al petto, avevo i trigliceridi ed il colesterolo alle stelle (i trigliceridi a 375 su una scala da 50 a 200 !!!).
Ebbene 3 anni fa dovetti ripetere le analisi del sangue, ora conduco una vita meno stressante, sto più in casa, faccio sport, ma mangio cmq tanto e spesso male, ebbene avevo i trigliceridi a 160 e anche il colesterolo così come tutti gli altri valori, erano perfetti
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Messaggio Da Lenz76 Gio 12 Mar 2015, 11:22

Vi parlo della mia esperienza lavorativa, lavoro in uno stabilimento che produce succhi di frutta.
Il biologico è stata una strada percorsa anni fa per un annetto non di più; già non c'è molto margine di vendita col prodotto finito "normale", figuratevi con la produzione biologica (i prezzi non si possono alzare più di tanto al consumatore finale, finisce poi che compra qualcos'altro...).
Vi posso comunque garantire (parlando ovviamente della mia realtà lavorativa), che anche la produzione cosi definita standard, è molto sicura, piena di controlli a catena e rintracciabilità del prodotto dalla terra alla bottiglia finita.
La gente non immagina quanti controlli qualitativi e sulla sicurezza del prodotto vengano svolti in produzione.
Questo per dire che una produzione biologica può essere anche solo una definizione di moda che poi, nella realtà delle cose, può essere qualitativamente peggiore della produzioni standard.
Viva i succhi di frutta ! lol!
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Messaggio Da zivago Gio 12 Mar 2015, 14:37

Ciao simpep,
ti rispondo procedendo per punti.

1) non so se tutti i runner sono votati al “biologico” (da quel che leggo qui, parrebbe di no), sono però certo che la quasi totalità dei podisti (e sportivi in genere) si autodefiniscono dei “salutisti”.
Basta frequentare una società o circolo sportivo amatoriale, chiacchierare al bar, discorrere con i vicini di casa, leggere nei forum dedicati, per rendersi conto di quanto lo sportivo praticante si senta (o presuma di essere) più sano, più forte e più bello della media.
Io posso dire, per quel che finora ho visto nella mia vita (ormai abbastanza lunga), e per quel che constato quotidianamente nelle mie frequentazioni, che mediamente gli “sportivi” non campano più della media e, invecchiando, sono anch'essi soggetti (forse un po' meno degli altri ma non in modo tanto evidente) ai comuni acciacchi.
Noto piuttosto che, in termini di salubrità, la differenza è data più che dal fare regolarmente dello sport (che è comunque un bene), dal complessivo "stile di vita".
In generale vivono di più e meglio i “magruzzi”; chi si alimenta in modo semplice e frugale senza eccessi nel mangiare e bere (e meno ancora fumare); chi conduce una vita sobria con ritmi e orari regolari; chi non è pigro, è sempre affaccendato, sta poco seduto, passa tanto tempo all'aria aperta e cammina molto.
Importante (se non determinate) è anche l'equilibrio interiore: gli affetti familiari, la vita e l'impegno sociale, la curiosità per le cose del mondo, l'acculturamento e le buone letture.

2) se chiedessimo a chiunque: « Preferisci mangiare del cibo genuino, naturale, ruspante; oppure del sofisticato prodotto industriale? ». La risposta sarebbe fin troppo ovvia: tutti, io per primo, potendo scegliere tra cibo “biologico” e “industriale”, sceglieremmo senz'altro il primo. Perché non sempre lo facciamo? Per quanto mi riguarda si tratta principalmente di un impedimento economico: mediamente i cosiddetti “biologici” costano il 25÷30% più degli altri: un surplus di spesa che, al momento, io non mi posso permettere. Credo che molti, per la stessa motivazione, ripieghino sui ben più economici alimenti standard.

3) se sappiamo scegliere con intelligenza e consumare con misura, non è poi detto che gli alimenti non “bio” siano necessariamente peggiori.
Una delle mie remore all'acquisto (quando posso) di quei prodotti riguarda la certezza della loro effettiva genuinità e della declamata "naturalità”.
Certo ci sono le certificazioni ma... sono tutte fatte da enti, associazioni, consorzi che hanno sì accreditamenti ministeriali ma che, nei fatti, sono di parte: sono cioè costituiti e sorretti dagli stessi produttori del “biologico”. Probabilmente la maggior parte delle certificazioni saranno serie e veritiere; tuttavia non è una bella cosa il fatto che non ci sia assoluta separazione tra controllore e controllato.

4) sui “prodotti geneticamente modificati” confesso di non avere le idee chiare. Da una parte mi spaventa l'ingegneria genetica, le manipolazioni transgeniche, le clonazioni, l'uso di ormoni, il ricorso massiccio alla chimica e ai farmaci. D'altro canto mi rendo conto che moltissimi prodotti che sfamano il mondo, sono stati, nei secoli della storia umana, già geneticamente modificati: i cereali, i legumi, i frutti, gli animali che mangiamo oggi sono ben diversi dalla loro selvatica origine. Mi domando: « Oggi, con una popolazione mondiale di quasi 7 miliardi,  sarebbe possibile produrre cibo sufficiente per tutti con la sola agricoltura biologica?». « Vivremmo così a lungo e meglio, rispetto ai nostri antenati, senza certe “manipolazioni” (pensiamo solo alle vaccinazioni) alla spontaneità della natura? »

P.S.  Buone le tue provocazioni caro simpep. Casomai, ti vorrei più diretto, meno diplomatico e indulgente. Dalle mie parti si dice: « L'è mei vès vilan che impustur » . Letteralmente sarebbe: « Meglio scortesi che falsi » ; metaforicamente « Meglio la rude schiettezza che la prudente cortesia »
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Messaggio Da simpep Gio 12 Mar 2015, 15:43

zivago ha scritto: . . . .P.S.  Buone le tue provocazioni caro simpep. Casomai, ti vorrei più diretto, meno diplomatico e indulgente. Dalle mie parti si dice: « L'è mei vès vilan che impustur » . Letteralmente sarebbe: « Meglio scortesi che falsi » ; metaforicamente « Meglio la rude schiettezza che la prudente cortesia »

Diciamo che preferisco più creare le condizioni per una discussione e poi successivamente dire la mia, piuttosto* che affermare mie opinioni quando non so se queste per gli altri risultano essere interessanti.
In ogni caso, io direi che è una questione di "stile" . Laughing

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* piuttosto - > parola con il senso di alternativo non come in tanti, erroneamente, la usano. bastone
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Messaggio Da simpep Gio 09 Apr 2015, 16:04

In un articolo sull'alimentazione ho travato questa frase, mi è piaciuta e la riporto :

Non esistono alimenti sbagliati, ma solo quantità sbagliate.
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Messaggio Da mickita Gio 09 Apr 2015, 18:46

simpep ha scritto:

Non esistono alimenti sbagliati, ma solo quantità sbagliate.

Con questa affermazione sono completamente d'accordo.

Aggiungo due cose: leggere le etichette e non comprare cibi di cui non si conoscono i componenti ed evitare prodotti con tantissimi ingredienti.

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Messaggio Da zivago Gio 09 Apr 2015, 19:41

Ciao simpep,

forse non ci sono alimenti del tutto sbagliati ma certamente ci sono cibi più giusti di altri.

Tempo fa sentii, in un'intervista, Umberto Veronesi (direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia) affermare che il modo migliore per stare in buona salute, consiste nell'alimentarsi in maniera semplice e frugale. Il nostro corpo, secondo lui, meno roba ha da metabolizzare e poi smaltire, meglio sta.
Io già la pensavo così; il sentirlo confermare da un luminare tanto prestigioso, ha ulteriormente rafforzato la mia convinzione.

Poi ho anche avuto modo di leggere la biografia di Gandhi.
Il mahatma mangiava poco e cose semplicissime eppure aveva una forza fisica, oltre che morale, incredibile.
A suo modo fu anche un prodigioso runner. Compì la famosa “Marcia del Sale” camminando per 320 Km a piedi scalzi lungo strade impossibili: aveva gia 61 anni, mangiava solo una volta al giorno e, a intervalli, digiunava completamente.

P.S.  Ehi sim! Non stai facendo il pianto del coccodrillo dopo le abbuffate di Pasqua, vero?!!
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